Per una buona autostima occorre migliorare prima di tutto la nostra capacità
di osservare la realtà in modo costruttivo e critico (nei suoi
pro e contro), rielaborare gli eventi sfavorevoli (non sentendosi
completamente impotenti rispetto alla situazione) e aumentare la tolleranza
alla frustrazione (essendo consapevoli che non è sempre possibile ottenere
risultati ottimali, che la realtà esterna non può essere sempre ottimale e che
spesso non lo è e che comunque tutto questo non vuol dire che non abbiamo
nessun valore o competenza per vivere e affrontare il nostro quotidiano,
ritagliando tutti gli spazi possibili di benessere fisico, psichico e sociale
e di realizzazione personale).
La psicoterapia potrebbe aiutare a "rinfrescare e ristrutturare"
il proprio significato personale profondo di essere al mondo e quindi
la propria autostima profonda,conducendo la persona ad una
maggiore consapevolezza di sé, delle proprie emozioni, dei propri bisogni,
dei propri vissuti, delle proprie risorse e potenzialità; allargando
l’orizzonte delle possibilità, rafforzando la tolleranza ai propri limiti, e
agli eventi immaginari o no di perdita e di sconfitta; e migliorando una
visione ristretta e non funzionale di sé e di ciò che è all’infuori.
Occorre in questo percorso pertanto anche capire come si è formato il
nostro significato personale, partendo dal tipo di vissuto avuto da
bambini e dal legame di attaccamento alle figure genitoriali o a chi ne
fa o fatto le veci.
Il nucleo della nostra personalità, della nostra identità, se per un
20% circa è innato, nel restante è la nostra personale risposta
nel corso dello sviluppo dall’infanzia all’adolescenza ai nostri vissuti in
quel periodo. Risposta che è la migliore possibile trovata da bambini e da
adolescenti per quel tipo di vissuto e legame di attaccamento. Successivamente
per quanto il nucleo del significato personale rimanga invariato, dandoci il
senso di continuità e costanza di chi siamo, il significato personale
continuerà ad evolvere e a rielaborarsi in risposta ai vari vissuti e fasi
della vita.
Il problema nelle persone con una bassa autostima è che tale percezione di sé
e del mondo rimane rigidamente bloccata a quel periodo infantile e
adolescenziale, non avendo avuto in tale periodo le basi per una buona
sicurezza in se stessi; e se questa percezione di sé poteva essere la migliore
risposta per quel tipo di vissuto del passato, non può essere comprensibile da
un individuo adulto, né tanto meno lo può far vivere bene.
Ad es, un bambino con un genitore critico e/o violento e/o abbandonico (e ciò
in varie sfumature), potrebbe pensare di essere lui quello sbagliato e/o non
amabile e questo è ben funzionale da bambini in quella situazione familiare,
perché il bambino per la sua sicurezza e integrità psicologica ha bisogno a
tutti i costi di mantenere integra e buona l’immagine del genitore. Da
adolescenti potrebbe subentrare una delusione più o meno profonda e una
ribellione che mette in crisi quel modello di genitore, ma più viene messo in
crisi, più si potrebbe avere una sensazione di smarrimento e debolezza e di
conseguenza di nuovo un sentimento di insicurezza e d’inadeguatezza.
Giunti nell’età adulta, sentirsi per lo più sbagliati, e/o insicuri, e/o
deboli, e/o non amabili in parti della propria identità o totalmente, non è
più ben funzionale, in quanto prima di tutto è in se stessi a questo
punto che occorre trovare il punto di riferimento, la direzione.
Questo modo di vedersi per lo più negativamente, per quanto sia sempre la
migliore risposta trovata da bambini e da adolescenti, non è più una risposta
benadattiva ai vissuti e alle relazioni adulte, ma maladattiva, e potrebbe
comportare ad un certo punto, non avendo una buona consapevolezza e capacità
di elaborazione personale del proprio malessere, una crisi esistenziale che si
protrae nel tempo, o sintomi di vario genere (dell'ordine di attacchi di
panico, fobie, ansia, manie, disturbi alimentari, psicosomatici, abuso di
sostanze, gioco d'azzardo e shopping compulsivo, ecc.)
Alcune persone hanno un’identità, percezione di sé e del mondo molto
frammentata, a pezzi, e più è grave questa frammentazione, più sono persone
che possono avere sintomi molto gravi come allucinazioni uditive e sensitive,
deliri, comportamenti bizzarri, ecc.,
Nel periodo di sviluppo di queste persone vi sono state figure di attaccamento
fortemente instabili e incongruenti nella loro disponibilità di amore, nelle
loro critiche o nelle loro lodi e nella loro vicinanza. Figure di attaccamento
che vengono definite loro stesse disorganizzate, disorientate e disorientanti
(vedi anche
Armonia, Nevrosi, Psicosi).
Sempre tenendo conto da che tipo di disturbo e sua gravità si parte, da quanto
tempo eventualmente sono presenti uno o più sintomi, dall'età e capacità
individuale di elaborazione personale, la psicoterapia aiuta a
migliorare l’articolazione del proprio significato personale formatosi da
bambini e adolescenti; a metterci dentro ulteriori variabili che ne
modifichino e amplino la percezione univoca e rigida; a trovare nel proprio
tipo di personalità i punti di forza, che spesso sono il rovescio della
medaglia di quegli aspetti di sé che vengono percepiti come limiti in
determinate situazioni.
La terapia pertanto aiuta non solo a inserire il limite come variabile
umana e della vita, ma da quella variabile ripartire per capire
cosa può essere un giovamento e una risorsa personale per affrontare la
propria esistenza.