Tachicardia, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento,
dolore al petto, nausea, paura di morire o di impazzire, brividi o vampate
di calore,
sono solo alcuni dei sintomi che caratterizzano un attacco di panico.
Chi l'ha provato lo descrive come un'esperienza terribile, spesso improvvisa
ed inaspettata, almeno la prima volta. E' ovvio che la paura di un nuovo
attacco diventa immediatamente forte e dominante. Il singolo episodio,
quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio disturbo di panico, più per
"paura della paura" che per altro.
La fobia è una paura marcata e persistente, eccessiva o
irragionevole, provocata dalla presenza o dall'attesa di un oggetto o
situazione specifici (per es. volare, altezza, animali, ricevere
un'iniezione, vedere il sangue, ecc.). La persona, che soffre di questa
fobia specifica, reagisce quasi sempre con una risposta ansiosa di fronte
allo stimolo fobico. Questa risposta ansiosa a volte può prendere forma di
attacco di panico sensibile a quella particolare situazione.
Entrambi i tipi di disturbonon possono essere controllati con spiegazioni razionali,
dimostrazioni e ragionamenti; superano la capacità di controllo
volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto; permangono
per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi; comportano
un certo grado di disadattamento per l'interessato.
L'evitamento di tutte le situazioni potenzialmente ansiogene o
temute diviene la modalità prevalente di comportamento ed il paziente
diviene schiavo del suo disturbo, costringendo spesso tutti i familiari ad
adattarsi di conseguenza, a non lasciarlo mai solo e ad accompagnarlo
ovunque, con l'inevitabile senso di frustrazione che deriva dal fatto di
essere dipendente dagli altri.
Dietro ad un disturbo di tipo panico/fobico, vi è un determinato tipo di
personalità,
che, in una situazione di equilibrio psichico o in presenza di capacità
personali interne di ristabilire rapidamente tale equilibrio, non comporta
la manifestazione di sintomi di tipo panico.
Una persona con un'organizzazione di personalità di tipo fobico oscilla tra
il bisogno di protezione da un mondo percepito come pericoloso e il
bisogno di libertà e indipendenza. I due tipi di bisogno sono
connotati rispettivamente da due tipi di emozioni: paura e
curiosità.
Qualsiasi cambiamento percepito come perdita di protezione e/o
perdita di libertà e indipendenza con sensazioni di essere costretti dalla
situazione (luoghi, persone, circostanze di vita) potrebbe per un
soggetto particolarmente vulnerabile sfociare in un sintomo di tipo
panico/fobico. Con la limitazione dell'autonomia viene avvertito senso di
costrizione e bisogno di libertà, allo stesso tempo
l'allontanamento dalla protezione fa correre il rischio di essere in balia
della propria fragilità e debolezza, e di un mondo ostile e
minaccioso; tale percezione unita a quella di solitudine fa ricercare
di nuovo la protezione, la quale implica nuovamente la continua conferma del
senso di costrizione e limitazione della propria autonomia e così anche la
conferma di essere debole e vulnerabile, in quanto bisognoso degli altri.
In tal modo si cerca di evitare esperienze critiche connesse alla
percezione della solitudine e della costrizione che oltrepassino la soglia
individuale di sopportazione, attraverso un ipercontrollo di sé e della
situazione, rigidamente teso ad escludere emozioni che siano
percepite come destabilizzanti tale controllo.
Tuttavia tale evitamento non è sempre possibile e molteplici sono gli
eventi di vita a cui segue l'inizio di un disturbo di tipo panico/fobico. I
sintomi possono quindi sfociare in situazioni di percepita perdita di
protezione e/o perdita di autonomia con senso di costrizione. Un cambiamento
di lavoro o una promozione, verso cui ci si sente impreparati e sprotetti,
dato l'ambiente nuovo e non familiare. Un matrimonio, che può significare
perdita di protezione dalle figure di riferimento genitoriali o anche
perdita di autonomia, alla quale si accompagna l'inevitabile senso di
costrizione. Un lutto o una separazione da una figura affettiva importante
percepiti di nuovo come perdita di protezione. L'innamoramento che potrebbe
significare perdita di controllo di sé, data l'intensità delle emozioni
provate e restituire un'immagine di sé debole e vulnerabile. Si associa a
questa sensazione anche la paura di poter perdere l'altro, di soffrire e/o
di perdere l'autonomia (per alcune persone l'innamoramento rappresenta un
così tale pericolo da cui è necessario difendersi con una repentina fuga e
chiusura della relazione o con una carriera sentimentale contrassegnata solo
da innumerevoli e brevi relazioni in cui il coinvolgimento emozionale è
minimo).
I sintomi tuttavia non sono collegati dal paziente alle vere situazioni
scatenanti, ma vengono ricondotti solo a una varietà di situazioni, spesso
dove essi per la prima volta o nelle volte successive si manifestano:
diventa così pressoché impossibile uscire di casa da soli, viaggiare in
treno, autobus o guidare l'auto, stare in mezzo alla folla o in coda, oppure
si può avere una paura esasperata verso qualche animale, qualcosa o
qualcuno. Paure che l'individuo riconosce come irragionevoli e non
dovute effettivamente alla pericolosità dell'oggetto, attività o situazione
temuta e per tale motivo non accettate e fonte di estrema sofferenza.
In terapia
si cerca di far acquisire consapevolezza di cosa ci sia realmente dietro al
sintomo, in modo che il paziente possa spiegarsi innanzitutto cosa
significhi e non viverlo come un qualcosa di estraneo a Sé o manifestazione
di follia. Si cerca inoltre di lavorare perché l'oscillazione tra bisogno di
protezione e bisogno di autonomia non sia eccessivamente sbilanciata verso
l'uno o l'altro, ma ci sia un equilibrio tra i due bisogni. Da un lato
l'attaccamento verso qualcosa e soprattutto verso qualcuno costituisce la
sicurezza necessaria per poter condurre il proprio comportamento
esploratorio in autonomia e tranquillità (non si è senza protezione e non si
percepisce un eccessivo senso di solitudine), dall'altro il comportamento
esploratorio esercita un'influenza di rilievo sulla qualità della relazione
stessa (non sentendo quindi un eccessivo senso di costrizione).